Scrittori e scrittrici di economia nel Regno d’Italia

1. A seguito della disponibilità manifestata dagli Autori, si sono determinate le condizioni per arricchire la collana editoriale “Istituto Luigi Einaudi” con la pubblicazione di un quinto volume, nell’assunto che esso presentava adeguati requisiti di qualità ed era coerente con le linee di ricerca portate avanti dall’Istituto, che prevedono, tra l’altro, la volontà di mettere a disposizione di chiunque sia interessato strumenti attraverso i quali aprire originali piste di ricerca.

Nel mese di giugno 2024 è stato, dunque, edito il volume “Scrittori e scrittrici di economia nel Regno d’Italia”, curato da Piero Barucci, Fiorenza Manzalini, Simone Misiani, Manuela Mosca e Letizia Pagliai.

2. L’opera è il risultato di una ricerca durata dieci anni e costituisce il primo dizionario che individua, sulla base di criteri ispirati alla massima inclusione, tutti coloro che a vario titolo hanno scritto su questioni latamente economiche in volumi, in scritti in onore, in opere miscellanee, in riviste specializzate, in enciclopedie e in altri testi pubblicati negli anni del Regno d’Italia (1861-1946), dall’età liberale al fascismo.

Sono stati naturalmente considerati tutti i maggiori economisti italiani e, in generale, gli accademici nelle discipline economiche. Ma molte voci sono dedicate ad accademici di discipline affini quali la statistica, le materie aziendali, la geografia economica, il diritto, la storia economica e del pensiero economico, la filosofia morale e del diritto, la matematica e la storia tout court. Inoltre, sono state incluse numerose voci rivolte a figure di politici, pubblicisti, industriali, banchieri, funzionari pubblici, sindacalisti, manager, ingegneri, religiosi e a molti altri protagonisti della scena economica italiana dell’epoca.

È stata, in buona sostanza, adottata una modalità di approccio a una categoria dell’intelletto – quella dell’economia – priva di pregiudizi fattuali o vincoli terminologici che impediscano di cogliere appieno natura e dimensioni del fenomeno indagato.

Non si parla soltanto di economisti e, meno che meno, ci si limita a considerare l’accademia. Si prendono in considerazione tutti coloro che per le più varie ragioni hanno scritto di economia, indipendentemente dalle motivazioni che li hanno a ciò determinati e dal ruolo svolto e dagli interessi perseguiti nella loro attività.

Si tratta di un modo di procedere innovativo, destinato a scardinare stereotipi e ad abbattere barriere concettuali e operative, liberando in tal modo energie e talenti altrimenti condannati a svolgere un ruolo subalterno, se non del tutto assente, nell’elaborazione intellettuale dell’economia. Antichi e consolidati steccati sono stati abbattuti, così da permettere la conoscenza delle intuizioni, delle idee e delle convinzioni di tutti coloro che hanno qualcosa da dire, a prescindere dalla loro appartenenza alla consorteria di quelli che, nella pubblica accezione, sono considerati gli unici deputati a dettare i tempi e le modalità dell’inquadramento teorico del fenomeno economico.

3. Ne sono risultate 655 schede biografiche, redatte con la collaborazione di 189 studiosi di storia del pensiero economico, economisti, storici dell’età contemporanea, delle istituzioni e del diritto, nonché di altre scienze sociali provenienti da tutta Italia. Nella compilazione delle voci – ciascuna delle quali è completata da un elenco delle opere prodotte dal soggetto descritto nel periodo preso in considerazione (pur non mancando accenni più sintetici a periodi più recenti e successivi) e da una essenziale bibliografia secondaria – gli estensori hanno lavorato in completa autonomia, entro i limiti di una griglia essenziale che era stata loro fornita all’inizio del percorso.

A volte sono stati presi in considerazione scrittori che entrano per la prima volta in un dizionario: per questi la ricerca è stata certosina e ha richiesto talvolta il ricorso all’anagrafe dei comuni di nascita presunta o ad altre istituzioni, oppure l’aiuto prezioso e generoso dei famigliari e dei discendenti. In pochi casi non si sono reperite notizie certe su qualche autore; tuttavia, si è preferito includerne la biografia, pur consapevoli dell’incompletezza.

L’intento è stato quello di realizzare uno strumento che, superando lo specialismo che relega gli studiosi nel proprio ambito, stimoli nuovi studi e nuovi approfondimenti, mettendo a disposizione degli interessati uno strumento agile per approcciarsi al mondo della ricerca economica in prospettiva storica.

Oltre a ciò, è lecito ritenere che attraverso il dizionario sia possibile intravedere una traccia dell’intera storia del pensiero economico, contribuendo a gettare una luce su questioni di grande rilevanza quali, ad es., la nascita della scienza delle finanze, la faticosa ricerca di un’autonomia scientifica e metodologica dell’economia politica, il riconoscimento accademico dell’economia monetaria, il percorso di concettualizzazione dell’economia aziendale, il declino delle “scuole”, la nascita del diritto del lavoro e dell’economia coloniale e di guerra, il tardivo imperialismo italiano, la concezione nazista dell’Europa, la cacciata degli ebrei dalle Università italiane.

Un’ultima sottolineatura merita la compilazione degli indici dedicati, rispettivamente, alle istituzioni, ai periodici e ai nomi citati nel testo. Essi costituiscono una parte essenziale del lavoro, poiché rendono facilmente identificabili alcuni dei dati contenuti nei profili delle personalità considerate, offrendo utili chiavi di accesso a un materiale che per la sua estensione e le sue caratteristiche si presenta come inevitabilmente eterogeneo.

In particolare, l’indice delle istituzioni e quello dei periodici consentono di ricostruire con immediatezza reti di personaggi legati a enti, università, comitati di redazione, testate, partiti politici ecc. La molteplicità delle istituzioni presenti nell’indice mostra quanto esteso sia stato il raggio di inclusione dei nomi esaminati, al di là dei confini accademici. L’elenco dei periodici si limita a includere i giornali citati nelle voci del dizionario, senza seguire le regole di un repertorio.