Valerio Torreggiani, La Banca che cambia. Il ruolo di Felice Gianani nelle trasformazioni bancarie degli anni Ottanta, Bancaria Editrice 2025
Con la prefazione di Maurizio Sella e la postfazione di Federico Pascucci
Prendendo spunto dalla ricostruzione della figura e dell’opera di Felice Gianani, Direttore Generale dell’Associazione Bancaria Italiana dal 1980 al 1992, il volume ripercorre, in un’ottica del tutto inedita e “dal di dentro”, un decennio importante per il sistema creditizio italiano e costituisce una fonte nuova ed originale per la ricostruzione dei cambiamenti epocali che in quel periodo stavano interessando le banche italiane: dalle riforme istituzionali alle fondamentali sfide poste dall’integrazione europea; dall’evoluzione della politica monetaria e della formazione dei tassi di interesse alla liberalizzazione della concorrenza bancaria; dall’avvio dell’ormai ineludibile processo di modernizzazione del modo di fare banca agli importanti progressi in materia di innovazione tecnologica, con specifico riferimento all’automazione dei sistemi di pagamento.
L’approccio adottato permette di sviluppare il ragionamento su più livelli: il protagonista delle vicende narrate (Gianani), l’istituzione nella quale ha operato (l’Associazione Bancaria Italiana), i temi considerati (le trasformazioni bancarie) ed il periodo storico di riferimento (gli anni Ottanta del secolo scorso).
In particolare, vengono ricostruite, da una parte, le sfide particolarmente impegnative che riguardarono le banche italiane nella penultima decade del secolo scorso e, dall’altra parte, l’intelligenza e il vigore con cui esse seppero dare risposte, che tracciarono il loro successivo cammino di evoluzione e di progresso.
In tal modo, oltre a rievocare la funzione che l’Associazione Bancaria Italiana ebbe nell’interpretazione e nella gestione di sfide cruciali per il comparto creditizio, vengono chiarificate le risultanze e gli insegnamenti scaturenti da quella esperienza storica, individuando elementi utili alla definizione di metodi d’intervento e di strategie da attivare e adottare anche per l’oggi.
Con specifico riferimento all’approfondimento della figura di Felice Gianani, ne risulta una singolare commistione tra l’uomo dell’istituzione, interprete rigoroso del suo ruolo di direttore, esecutore delle indicazioni provenienti dagli Organi deliberanti dell’ABI, e il mediatore, pur sempre portatore di una propria visione strategica.
In altre parole, Gianani era il capo della macchina di un’associazione il cui statuto lo inquadrava in un ruolo di esecuzione delle direttive promananti dagli organi di governo dell’ente (il Presidente e il Comitato esecutivo), nonché di preliminare approfondimento tecnico delle varie materie rimesse alla decisione politica. Ma al tempo stesso la grande preparazione, l’innato senso di equilibrio, le doti personali che lo portavano ad intessere una grande rete di contatti facilitati dalla non comune capacità di intrattenere rapporti personali e professionali ne facevano inevitabilmente un protagonista, sia pure “dietro le quinte”, di quegli anni cruciali per le nostre banche.